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ToggleUno dei traumi più comuni a seguito di un incidente stradale è la frattura al femore. Cosa bisogna fare per ottenere il risarcimento?
In caso di frattura al femore a seguito di un incidente stradale, il danneggiato deve documentare in maniera dettagliata i danni subiti. Si tratta di uno di quei casi in cui il ruolo del legale può essere determinante per l’ottenimento di un congruo risarcimento. È consigliato rivolgersi ad un avvocato esperto in incidenti stradali gravi e mortali che garantisca la corretta gestione della richiesta di risarcimento assicurativo e della documentazione necessaria da produrre per attestare i danni subiti.
L’avv. Roberta Scarpellini e il suo studio legale si occupano da anni di risarcimento dei danni da incidenti stradali mortali. L’Avv. Scarpellini è, inoltre, specializzata nella negoziazione stragiudiziale per garantire il giusto risarcimento alle vittime con lesioni gravi e gravissime o danni neuropatici ed è Presidente dell’Associazione NEVRA che si batte da anni per il riconoscimento del danno neuropatico.
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Grazie all’esperienza maturata sul campo, lo studio legale Scarpellini è in grado di seguire i propri assistiti in tutti i gradi di giudizio per ottenere il giusto risarcimento
Che cos’è la frattura al femore?
La frattura del femore, l’osso più lungo e voluminoso del corpo umano situato nella coscia, è un evento che può verificarsi a seguito di un incidente stradale. Nonostante il femore sia un osso molto resistente, urti e traumi violenti possono provocarne la rottura. La frattura del femore a seguito di incidente stradale può essere scomposta o composta, a seconda che ci sia uno spostamento o meno dei frammenti lesionati che perdono, così, il loro naturale allineamento. La frattura al femore può inoltre essere completa o non completa, a seconda che ci sia una lesione con o senza separazione dei segmenti e può essere multipla, se c’è una rottura in più punti, e ancora trasversale, obliqua o spiroide.
Si tratta di un trauma doloroso, anche se con diversi gradi di intensità. Nel caso di una frattura scomposta, la vittima dell’incidente stradale, accuserà dolore intenso e limitazione funzionale della coscia, l’arto si presenterà addotto, extra ruotato e leggermente più corto di quello sano. Nel caso, invece, di una frattura composta la vittima dell’incidente stradale accuserà dolore in sede inguinale ma potrà camminare.
Frattura al femore: il ruolo del medico legale
Per quantificare e poi liquidare il risarcimento del danno nell’ipotesi di frattura del femore provocata da un incidente stradale, la vittima potrà sottoporsi a visita medico legale solo quando la frattura sarà stabilizzata. Per poter valutare l’entità del danno subìto, è infatti necessario attendere che vi sia la completa guarigione, o comunque che siano stati attuati tutti i rimedi necessari per ripristinare le condizioni di salute e non si possa ottenere un ulteriore miglioramento. Questo implica che, in caso di frattura del femore, possono essere necessari anche molti mesi prima di ottenere il risarcimento danni.
È cura del medico legale effettuare, in via preliminare, una quantificazione del danno subito avvalendosi del metodo tabellare in relazione ai “barèmes” che assegnano in misura percentuale dei punti d’invalidità relativamente al tipo di frattura del femore subita dalla vittima dell’incidente stradale. I punti percentuali sono assegnati dal medico legale sulla base della documentazione clinica, degli esami radiologici e della visita obiettiva ed esprimono i livelli di disfunzionalità rispetto alla sfera quotidiana di attività della persona.
Frattura al femore: quanti punti di invalidità sono?
In generale, le lesioni e le menomazioni si suddividono in micro e macro-permanenti. Per le prime entro il 9% di invalidità, il riferimento normativo è l’art. 139 del Codice delle Assicurazioni (D.Lgs. 209 del 2005). Le seconde, che vanno dal 10% al 100% dell’invalidità, fanno riferimento alle Tabelle del Tribunale di Milano.
I punti di invalidità permanente riconosciuti variano in base alla tipologia di frattura del femore, al tipo di intervento chirurgico cui è stata sottoposta la vittima dell’incidente stradale, alla ripresa organica funzionale della vittima di incidente stradale che ha subito la frattura del femore.
Nel caso di frattura del femore si può andare dal 4% in caso di esiti di frattura diafisaria del femore, con dolore e limitazione funzionale di grado lieve, al 5-7 % in caso di esiti di frattura diafisaria del femore, trattata chirurgicamente, con persistenza dei mezzi di sintesi, fino ai casi più gravi di pseudoartrosi da frattura diafisaria del femore con un riconoscimento del 15-20% di punti di invalidità. Se la frattura del femore prevede, infine, la necessità di ricorrere alla protesi dell’anca la valutazione medico-legale dovrà valutare anche questo aspetto.
Frattura acetabolo: risarcimento e percentuale punti invalidità
Un caso grave di trauma a seguito di un incidente stradale è la frattura acetabolare che si verifica quando una forza spinge la testa del femore contro l’acetabolo. Questa forza può essere trasmessa dal ginocchio, come nel caso dell’urto del ginocchio contro il cruscotto in uno scontro frontale con un’auto. A seconda della direzione della forza, la testa del femore viene talvolta spinta fuori dalla cavità dell’anca, un’evenienza nota come lussazione dell’anca. La frattura dell’acetabolo è molto complessa con un alto rischio di invalidità futura.
Frattura al femore: quanto mi pagano per un femore rotto?
Da quanto appena descritto si comprende perché il ruolo dell’avvocato sia cruciale nei casi di risarcimento del danno per frattura al femore a seguito di un incidente stradale. Una volta quantificato il danno da parte del medico legale, è compito dell’avvocato liquidarlo e trasformarlo in equivalente economico, attraverso l’utilizzo delle tabelle di conversione dei punti percentuali e tenendo conto dell’età del danneggiato. Ad ogni anno di anzianità viene, infatti, applicato un coefficiente che riduce l’entità del risarcimento.
Frattura al femore: la richiesta di risarcimento
La richiesta di risarcimento danni deve essere inoltrata alla compagnia assicurativa del veicolo responsabile dell’incidente, al suo conducente e al proprietario del mezzo, se diverso dal conducente.
Nella richiesta devono essere indicati gli estremi delle parti, i veicoli coinvolti, la data e il luogo in cui il sinistro è avvenuto. Devono, inoltre, essere inserite le generalità di eventuali testimoni e degli appartenenti alle forze dell’ordine intervenuti sul posto.
Una volta ricevuta la richiesta di risarcimento danni, la compagnia assicurativa avvia la pratica e propone, entro 90 giorni, una somma per il risarcimento. È probabile che, prima della scadenza dei termini, l’assicurazione chieda una contro-perizia effettuata da un suo medico legale.
La negoziazione assistita per la frattura del femore
Se il risarcimento offerto è inferiore a quello atteso la vittima può non accettare la proposta. In questo caso la compagnia assicurativa deve in ogni caso, entro 15 giorni, versare l’importo riconosciuto, che sarà considerato un acconto rispetto alle eventuali maggiori somme determinate nella fase successiva.
Prima di agire in via giudiziaria, la legge prevede che il danneggiato intraprenda la procedura di negoziazione assistita, con l’assistenza obbligatoria di un avvocato.
Perché rivolgersi ad un avvocato esperto in sinistri stradali
Un incidente stradale che ha provocato fratture presenta molti aspetti delicati, a partire dalla quantificazione e liquidazione del danno, e non può essere trattato in maniera superficiale. È quindi necessario avvalersi della competenza di uno studio legale specializzato in questa tipologia di sinistri.
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